Il Ticino registra ormai una situazione da primato svizzero nella diffusione del coronavirus. Il tasso di incidenza è il più elevato fra tutti i Cantoni. La Romandia che solo un mese fa si trovava in una situazione ben peggiore, dopo aver fermato per qualche settimana alcuni settori, ora ha notevolmente ridotto i numeri dei contagi. Nel nostro cantone la politica ha optato per un’impostazione generale diversa, limitandosi ai richiami alla responsabilità individuale, e non proponendo nessuna misura supplementare relativa al mondo del lavoro. Conseguentemente, si continuano a constatare dei tassi di mortalità inaccettabili che colpiscono le categorie di popolazione più fragili. Una situazione che inoltre mette fortemente sotto pressione il sistema sanitario e tutto il personale di cura. 

In molti cantoni sono state prese delle misure troppo blande per avere un reale impatto sul controllo dei contagi. Da tempo i Sindacati chiedono interventi più decisi: una maggiore protezione sui posti di lavoro, che coinvolga i lavoratori stessi nella definizione dei protocolli da adottare, e nel loro controllo, e un maggior sostegno nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ricordiamo anche che da parte dei Cantoni, tra cui il Ticino, erano state espresse delle richieste per un maggior intervento della Berna federale, ad esempio tramite il coordinamento delle decisioni da parte delle autorità federali. Il fatto che il Consiglio federale si muove attualmente in questa direzione va accolto positivamente. Un intervento che poteva arrivare prima. Le nuove misure messe in consultazione vanno sicuramente accettate da parte del Canton Ticino, senza esitare.

L’attuazione delle misure proposte dal Consiglio federale deve accompagnarsi da un importante e rapido intervento di sostegno alle realtà che ne subiranno delle conseguenze economiche negative. Tra queste, i Sindacati sottolineano da tempo l’urgenza del pagamento dell’integralità dell’indennità per lavoro ridotto ai salari più bassi così come la copertura tramite ILR o IPG di tutte e tutti i lavoratori e lavoratrici salariati. Questo sostegno deve valere anche per i titolari di SA e gli indipendenti. 

Non è possibile che in un paese ricco come la Svizzera e in una situazione di emergenza come questa non si voglia ad esempio elaborare un vero e proprio piano di sostegno economico e sociale nazionale. Facendo capo agli 80 miliardi di riserve distribuibili della Banca nazionale svizzera (BNS). Denaro delle cittadine e dei cittadini svizzeri.

Unione sindacale svizzera, sezione Ticino e Moesa