L’Unione Sindacale Svizzera – Ticino e Moesa condanna la decisione di ridurre la presenza di personale negli uffici postali nel periodo di maggiore affluenza e chiede ai vertici aziendali della Posta di fare retromarcia. 

Code che continuano ad allungarsi fuori dagli uffici postali, tempi d’attesa sempre più lunghi e personale stressato. Questo è il prezzo che clienti e dipendenti devono pagare in questo periodo prenatalizio per permettere ai manager di presentare per il 2020 bilanci migliori e ricevere il corrispettivo bonus.  

Questa strategia porta con sé un altro obiettivo: peggiorare il servizio agli sportelli per disincentivare i clienti dal recarsi agli uffici postali e spingerli a utilizzare l’online. Diminuendo l’affluenza della clientela la Posta potrebbe infatti giustificare ulteriori chiusure degli uffici postali. Una politica aziendale che sta portando avanti già da diverso tempo con ripercussioni negative sul servizio pubblico e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti. 

L’USS Ticino e Moesa chiede pertanto ai vertici della Posta di interrompere immediatamente la diminuzione dei saldi ore dei dipendenti in modo da permettere un’adeguata distribuzione dei carichi di lavoro e un servizio adeguato alla clientela. L’USS ricorda infine ai manager della Posta, visto che sembrano essersene dimenticati, che stanno gestendo un’azienda di proprietà della Confederazione e che hanno quindi un mandato pubblico e una responsabilità sociale da rispettare.