Risoluzione adottata dall’Assemblea dell’USS-TI, il 10.10.2023

L’assemblea dell’Unione sindacale Ticino e Moesa si oppone risolutamente agli ennesimi sgravi (reddito, sostanza) per ricchi e rivendica una tassazione equa. L’USS-TI denuncia inoltre i tagli sui servizi cantonali e sul personale pubblico, appoggiando il principio della qualità dei servizi pubblici e di eque condizioni salariali e pensionistiche per le/i dipendenti del Cantone e degli enti sussidiati.

Politica fiscale scellerata

L’Unione sindacale Ticino e Moesa critica la politica fiscale messa in atto a 360 gradi da parte delle forze politiche di centro destra, volta a favorire sempre più i ricchi e i benestanti:

  • l’USS-TI critica il messaggio governativo 8303 del 12 luglio scorso, che propone la riduzione dell’aliquota massima sugli utili delle persone giuridiche: a regime (nel 2025) la nuova aliquota massima del 12% comporterà una diminuzione di gettito annuo di 23,3 milioni di franchi per il Cantone e di 18,6 milioni di franchi per i Comuni;
  • l’USS-TI si oppone all’iniziativa popolare costituzionale lanciata dal centrodestra lo scorso 18 ottobre 2022 e denominata “Sì alla neutralizzazione dell’aumento dei valori di stima”: l’iniziativa vorrebbe ridurre l’aliquota sulla sostanza per neutralizzare l’imposizione dell’aumento del valore commerciale degli immobili, favorendo in modo smaccato i milionari.

L’USS-TI sosterrà il lancio di referendum contro questa politica fiscale reazionaria, volta a generare situazioni fiscali inique e di fatto a ridimensionare il ruolo dello Stato, sottraendogli risorse e lasciandole nelle tasche dei ricchi e dei benestanti, e invita le federazioni a fare lo stesso. Una politica fiscale irresponsabile e antisociale, che impatta negativamente sulla qualità dei servizi cantonali e sul volume dei sussidi cantonali a favore del ceto medio-basso, come pure sull’ammontare degli investimenti cantonali necessari a garantire progresso e benessere alle generazioni future.

Tagli scandalosi

L’USS Ticino e Moesa deplora sin d’ora i tagli determinati dal decreto Morisoli, tagli che verranno messi in atto per raggiungere la parità di bilancio entro il 2025: il decreto approvato dal popolo il 15.5.2022 malgrado la ferma opposizione sindacale vieta ogni aumento di entrate cantonali e vuole agire unicamente sulle uscite del Canton Ticino. In questo contesto di penalizzazione della qualità dei servizi cantonali si prospettano pure tagli sul personale pubblico, che non sono sindacalmente accettabili. Per mettere in atto il decreto Morisoli si ridurrà il potere d’acquisto delle/dei dipendenti del Cantone e degli enti sussidiati, oltre che azzoppare l’apparato pubblico cantonale con mancate sostituzioni dei partenti.

Pensioni cantonali da salvare

L’Unione sindacale Ticino e Moesa saluta positivamente il fatto che un’ampia maggioranza parlamentare sostenga il messaggio 8302, il quale propone di approvare le necessarie modifiche della Legge sull’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT), conformemente all’intesa raggiunta tra Governo e Sindacati nel giugno 2023 per impedire il taglio del 20% delle pensioni.

La modifica parziale della Legge sull’Istituto di previdenza del Canton Ticino (LIPCT) evita a 17’000 assicurate/i (impiegati, docenti cantonali e comunali, poliziotti, operatori sociosanitari, operai, ecc.) la drastica riduzione delle loro rendite di vecchiaia sino ai minimi della Legge sulla previdenza professionale (sull’arco 2025-2031): uno scenario catastrofe inaudito, sinora mai verificatosi presso un datore di lavoro, pubblico o privato, in Svizzera.

L’USS-TI sosterrà pertanto con convinzione la modifica di legge IPCT nella probabile votazione popolare, che si terrà ad inizio 2025 o per via dell’adozione del referendum finanziario parlamentare o per via di un referendum popolare promosso dalla destra. L’USS-TI auspica infine la creazione di un ampio fronte, che difenda con forza e in modo unitario le misure di compensazione oggetto della modifica parziale della LIPCT, considerando che questa votazione assume un carattere fondamentale per i diritti di tutti i lavoratori del Canton Ticino. L’USS-TI esprime infine solidarietà e sostegno a tutte le lavoratrici e i lavoratori che continueranno a mobilitarsi nel corso delle prossime settimane.