I/le delegati/e dell’Unione sindacale svizzera (USS) si sono espressi/e, lo scorso 15 novembre, a favore di un rafforzamento duraturo dell’AVS e della promozione della parità per le donne. È stato anche deciso di sostenere lo sciopero del clima e di chiedere misure socialmente equilibrate contro il cambiamento climatico.

Nel corso di un intenso dibattito, i/le delegati/e hanno discusso l’iniziativa popolare per la 13esima AVS. «Con questa iniziativa, formuliamo una proposta concreta e facile da attuare per contrastare le riduzioni delle rendite del 2° pilastro. Non chiediamo nient’altro che avvicinarci all’obiettivo costituzionale in base a cui l’AVS dovrebbe assicurare i bisogni di base» ha detto il presidente USS Pierre-Yves Maillard.

L’iniziativa è la risposta dei sindacati al crescente problema delle pensioni. Perché le rendite delle casse pensioni stanno diminuendo di anno in anno, anche se i dipendenti spesso pagano più contributi. «Nel 2017 la metà dei pensionati deve farcela con meno di 3600 franchi al mese, con l’AVS e la rendita del secondo pilastro», ha spiegato Gabriela Medici, segretaria centrale dell’USS. La situazione pensionistica è particolarmente problematica per le donne: ammesso che ricevano una rendita del 2° pilastro, in media corrisponde alla metà di quella degli uomini.

Gabriela Medici

Gabriela Medici ha aggiunto che un miglioramento dell’AVS è quindi di vitale importanza: «È l’unica assicurazione sociale – ha aggiunto – che tiene conto, nel calcolo della pensione, del lavoro di assistenza e di cura non retribuito». «Se il primo pilastro non viene rafforzato – ha rincarato Daniel Lampart, economista capo dell’USS – assisteremo a una privatizzazione strisciante della previdenza vecchiaia attraverso l’espansione del terzo pilastro, che comprometterà la dimensione solidaristica della previdenza vecchiaia. Coloro che possono permetterselo, inietteranno più soldi nel loro terzo pilastro. Gli altri rimarranno fermi dato che le pensioni continueranno a diminuire». Solo le persone ben pagate beneficeranno di tale privatizzazione, così come le banche e le compagnie di assicurazione.

Così i/le delegati/e hanno deciso a larga maggioranza di lanciare l’iniziativa come proposto dal comitato USS all’inizio di quest’anno, respingendo la variante suggerita dalla VPOD. Quest’ultima voleva un aumento di tutto il primo pilastro, quindi anche dell’AI. Indipendentemente dalla variante scelta, tutti i delegati erano d’accordo sull’importanza di contrastare concretamente le discussioni sull’innalzamento dell’età pensionabile e sullo smantellamento delle prestazioni.

«La discussione sull’innalzamento dell’età pensionabile per le donne poco dopo lo sciopero femminista, è stata sconcertante, disonesta e cinica», ha tuonato la presidente di Unia Vania Alleva. Che ha aggiunto: «Con questa iniziativa ci stiamo finalmente dando i mezzi per discutere di cosa significhi realmente vivere con una pensione più bassa». Il presidente centrale della VPT Gilbert d’Alessandro ha chiarito che il continuo peggioramento delle pensioni e l’insicurezza delle casse pensioni sono fonte di grande preoccupazione tra i soci. «È imperativo rafforzare l’AVS. Ed è un buon momento perché abbiamo i soldi… che dormono nelle banche». Delegati e delegate hanno inoltre deciso che gli utili della Banca nazionale svizzera devono essere utilizzati per finanziare l’AVS. Si tratterà di lavorare in Parlamento per tessere delle maggioranze a favore di questa idea. Se il percorso parlamentare dovesse fallire, l’USS prenderà in considerazione l’eventuale lancio di un’iniziativa in materia.

Fonte: SEV

Elisa Lanthaler / USS