È come un rituale: ogni anno, durante i negoziati salariali cerchiamo di ottenere un aumento per il personale dell’AFD e ogni anno il datore di lavoro (Consiglio federale, Consiglio nazionale e Consiglio degli Stati) si oppone. Quest’anno abbiamo chiesto un aumento di 2400 franchi per ogni dipendente. Invece di un aumento percentuale, volevamo un importo fisso che sarebbe andato a beneficio in particolare dei salari medio-bassi. Negli ultimi anni abbiamo sostenuto i risultati di compromesso che hanno ampliato il divario tra «ricchi» e «poveri». Con l’aumento percentuale, infatti, le classi più basse percepiscono un aumento ridotto e più si sale di classe, più l’aumento risulta consistente. Tuttavia, il costo della vita e le spese assicurative sono uguali per tutti. Per questo urge un cambiamento di paradigma nell’ambito dei negoziati salariali e introdurre un aumento fisso per tutti a prescindere dall’importo del salario annuale.
È solo una questione di equità: l’aumento fisso permetterebbe di fermare il crescente divario salariale e di garantire un’evoluzione salariale più equa per tutti. In questo senso dobbiamo diventare più coraggiosi. Dobbiamo abbandonare gli aumenti percentuali e lottare per importi fissi.
Anche nel 2019 il consigliere federale Ueli Maurer ha avuto scarsa disponibilità o non ne ha avuta affatto nei confronti del personale. Da anni la Confederazione accumula utili miliardari che vengono depositati su conti senza che il personale che ha contribuito a questo successo ne possa in alcun modo beneficiare. È tempo di ricevere la nostra fetta di torta poiché è frutto del nostro lavoro.
Bernd Talg, sost. presidente Garanto