Risoluzione adottata dall’Assemblea delle delegate e dei delegati dell’USS-TI, 08.11.2022

Nelle ultime settimane le strade della capitale del Canton Ticino sono state attraversate da due importanti manifestazioni di lavoratrici e lavoratori in lotta per la difesa dei loro diritti. 

Il 28 settembre scorso 3500 affiliati all’Istituto di previdenza del Canton Ticino hanno sfilato a Bellinzona a difesa delle loro rendite pensionistiche: rendite che per essere mantenute ai livelli attuali necessitano di un’operazione di rifinanziamento della cassa pensioni, che dipende da una modifica di legge ad opera del Parlamento, virulentemente contrastata da Lega/UDC con una minaccia di referendum. 

Due settimane dopo, il 17 ottobre, più di 2500 lavoratori edili hanno pure sfilato nella capitale, rivendicando nei confronti dei datori di lavoro una serie di miglioramenti del Contratto Nazionale Mantello di settore. 

Accanto a queste grandi manifestazioni, i lavoratori e le lavoratrici di diversi settori si stanno mobilitando, a difesa delle loro condizioni di lavoro e per degli aumenti salariali che possano al minimo compensare gli aumenti del costo della vita.

Pensiamo ad esempio ai dipendenti del settore orologiero che hanno ottenuto aumenti salariali generalizzati e la compensazione piena del rincaro dei salari reali. O ancora, al settore delle infrastrutture di rete dove nell’ambito del CCL i dipendenti riceveranno aumenti salariali significativi per compensare l’aumento del costo della vita. Ma pensiamo anche alle lotte nel settore della sanità con le infermiere e gli infermieri che chiedono a livello nazionale una rapida e completa applicazione dell’iniziativa popolare “Per cure infermieristiche forti” approvata un anno fa. A livello cantonale, lavoratrici e lavoratori di questo settore e del settore socioeducativo si stanno mobilitando per un miglioramento delle condizioni quadro e di lavoro e hanno lanciato recentemente l’iniziativa “Sì a cure sociosanitarie e a prestazioni socioeducative di qualità!”   

Inoltre, i dipendenti FFS si stanno battendo in queste settimane contro la precarizzazione dell’impiego, il ricorso sempre maggiore a personale interinale, ad esempio per la pulizia delle carrozze, e le misure di risparmio inaccettabili come l’abolizione dell’invalidità professionale.

Anche il personale civile della Dogana sta lottando aspramente per salvaguardare i propri diritti, in quanto è in atto una profonda riorganizzazione volta alla loro totale militarizzazione. La lotta si concentra sul mantenimento dei posti di lavoro, in particolare nelle regioni periferiche come il Ticino e contro tutte quelle disposizioni contrarie all’etica, al peggioramento delle condizioni di lavoro ed ai pericoli a cui le collaboratrici ed i collaboratori sono esposti a seguito dell’obbligo dell’uniforme, del porto dell’arma e dei servizi h24 e 7/7 giorni. 

A tutte e tutti loro, per il tramite delle federazioni sindacali che portano avanti queste rivendicazioni al loro fianco, l’USS Ticino e Moesa esprime massimo sostengo e solidarietà.