Non esiste sicurezza di alcun tipo senza sicurezza sociale. Ecco perché l’Unione sindacale svizzera sezione Ticino e Moesa ha scelto per il Primo Maggio di quest’anno uno slogan inequivocabile: “Sicurezza sul lavoro, sicurezza del lavoro”. La sicurezza sul lavoro è centrale sempre. Ma in questo momento ancora di più. Come è pure centrale la sicurezza del lavoro, da un punto di vista dei contratti, delle tutele, del salario e dei diritti. Un Primo Maggio 2020 lontano dai classici luoghi di ritrovo, ma
presente nello spazio pubblico della piazza virtuale e sui social. No. Il coronavirus non spegnerà le voci e le luci della Festa dei lavoratori e delle lavoratrici.

Basta guardarsi attorno a noi per capire come e quanto l’epidemia del coronavirus ha sconvolto le vite di centinaia di donne, uomini, anziani, famiglie. In questo momento colmo di incertezze e preoccupazioni per il presente e il futuro, lavoratrici, lavoratori e le loro famiglie sono confrontati con la perdita o la sospensione del proprio rapporto di lavoro e con un’organizzazione familiare fatta di molti ostacoli. È soprattutto in questi momenti che il movimento sindacale deve esprimere la propria vicinanza ribadendo il proprio quotidiano impegno a tutti i livelli nella lotta per la tutela dei diritti fondamentali.

Questa emergenza sanitaria da un lato ha messo crudelmente a nudo le realtà e i meccanismi di un sistema economico generatore di profitti per pochi e di disuguaglianze per molti, d’altro lato ha messo in evidenza l’importanza del servizio pubblico, troppo spesso considerato un “peso” per la cosiddetta libertà economica, i cui cardini sono concorrenza, liberalizzazione, deregolamentazione.

L’impatto del coronavirus ha permesso di riscoprire l’importanza e la centralità del lavoro, dell’unità, della partecipazione e del futuro, che non va lasciato nelle mani delle task force che si moltiplicano senza veramente tenere in considerazione i bisogni reali della popolazione. Per non parlare del ruolo delle donne, misconosciuto, taciuto, negletto. Eppure mai come in questa crisi le donne sono al fronte: in campo sanitario, nelle scuole, nella grande distribuzione, all’interno della famiglia. Mai come ora il lavoro remunerato e non remunerato delle donne ha fatto sentire tutto il suo peso. Il futuro dovrà essere scritto anche dalle donne. O non sarà!

Per la prima volta da 130 anni, non si terrà alcuna manifestazione fisica in occasione del Primo Maggio. Ma l’USS si affida a internet e ai social per dare voce alle lavoratrici e ai lavoratori. Testimonianze, interventi musicali, e in omaggio al grande scrittore cileno Luis Sepulveda – stroncato dal coronavirus – le donne dell’USS propongono la lettura collettiva di alcuni passaggi della bellissima poesia “Le donne della mia generazione”.
A partire dalle 10.30, sul sito dell’USS-Ti (www.uss-ti.ch), sulla sua pagina facebook e su quelle delle Federazioni sindacali ticinesi, verranno pubblicati numerosi brevi video autoprodotti da lavoratrici e lavoratori, e da scrittrici, scrittori, poeti e musicisti (tra cui Alberto Nessi, Doris Femminis, Fabio Pusterla, Ginevra Di Marco, Lavinia Mancusi, Rossana Taddei, Leo Leoni,…).

Inoltre sarà possibile fotografarsi e postare sui social il proprio selfie con gli hashtag della giornata, stampando il pdf allegato o con un proprio striscione o manifesto ad hoc:

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