Gli appelli alla responsabilità individuale non bastano!
Servono misure forti, efficaci e immediate
a tutela della popolazione e dei lavoratori!
Non potrà essere la sostenibilità economica il criterio per stabilire se sarà necessario decretare un nuovo lockdown per contrastare l’esplosione dei contagi da Coronavirus, come invece sta succedendo nel dibattito di queste ultime settimane. Il Sindacato Unia Ticino e Moesa ricorda che quello a cui siamo confrontati è un problema sanitario grave che va affrontato con misure di protezione sanitaria e non con calcoli economici. Misure forti, efficaci e immediate, a tutela della popolazione. E delle lavoratrici e dei lavoratori, troppo spesso dimenticati: come se i luoghi di lavoro non fossero luoghi di contagio e di trasmissione del virus. Di qui la necessità che politica e padronato si assumano le loro responsabilità: gli appelli (peraltro giusti e giustificati) alla responsabilità individuale non bastano!
La politica, a livello cantonale come federale, deve chiarire rapidamente e in modo incontrovertibile che la salute della popolazione viene prima di ogni altra preoccupazione e che il nostro paese dispone di tutti i mezzi necessari (compresi quelli finanziari) per salvaguardarla. Alle lavoratrici e ai lavoratori vanno garantiti sostegno economico e sicurezza sociale. Per esempio, assicurando il 100 per cento del salario anche in regime di lavoro ridotto (come il movimento sindacale chiede da mesi) e, in Ticino, attuando rapidamente la prestazione ponte per il Covid in favore dei precari, degli indipendenti e dei salariati esclusi dal lavoro ridotto.
Il padronato deve dal canto suo fornire le necessarie risposte in materia di protezione della salute sui luoghi di lavoro e di trasparenza. La condivisione degli sforzi è fondamentale perché le misure adottate siano realmente efficaci. La trasparenza è invece indispensabile per poter svolgere un’attività professionale nelle migliori condizioni possibili. È inaccettabile ricevere informazioni dettagliate relative a classi scolastiche, discotecari o squadre di calcio in quarantena, ma mai nessuna informazione dai luoghi di lavoro. Serve un salto di qualità sia nella prevenzione sia nella gestione dei contagi all’interno di uffici, fabbriche e negozi.
La situazione impone di fissare una linea chiara di lotta al Coronavirus. Una lotta fatta di misure sanitarie, ma anche di sostegno a tutti coloro che non possono svolgere la loro attività professionale ed economica. Solo così si può immaginare di scongiurare una crisi sociale senza precedenti.
Unia Ticino e Moesa