Pubblichiamo l’intervento dal palco del Primo Maggio di Lisa Boscolo, collettivo di sciopero del 14 giugno.
Oggi giornata dei lavoratori e soprattutto di noi lavoratrici parlo a nome del collettivo femminista.
Parlare a nome di un collettivo femminista in vista dello sciopero del 14 giugno, a nome di un movimento femminista così variegato e attivo su più fronti non è compito facile ma cercherò di essere il più rappresentativa possibile.
Dallo storico sciopero delle donne del 2019 in Svizzera il movimento femminista è sempre rimasto attivo per continuare il suo percorso rivendicativo. È rimasto attivo pure durante il periodo pandemico. Una pandemia che ha peggiorato le nostre condizioni, rendendoci ancora più precarie nel mondo del lavoro, invisibili nel dibattito pubblico e nei tavoli delle decisioni.
Ma in questi anni il movimento femminista ha lavorato costantemente per ridare visibilità e centralità alle tematiche e alle lotte di genere contro le discriminazioni sistemiche e le violenze che donne, persone non binarie e trans subiscono nella nostra società.
A distanza di 4 anni dallo storico sciopero di miglioramenti in materia di diritti seppure timidi se ne sono visti, ma di strada da percorrere ce n’è ancora molta.
Care lavoratrici ma anche care studenti, pensionate e disoccupate, questa strada la possiamo e dobbiamo percorrere assieme oggi, durante il 1° maggio e durante lo sciopero femminista perché la lotta per i nostri diritti non è mai stata così importante.
L’unione padronale svizzera ha annunciato che vuole che lavoriamo di più. Avete sentito bene i padroni e purtroppo molto più spesso anche le padrone vogliono che tutte e tutti noi lavoriamo più a lungo e hanno il coraggio di dirlo a noi, che facciamo già giornate di doppio lavoro siccome ci occupiamo in media della maggioranza del lavoro di care. Hanno il coraggio di dirlo quando in Svizzera il termine Pensione è sinonimo di povertà soprattutto per noi donne. Hanno il coraggio di dirlo quando quotidianamente viviamo molestie, commenti sessisti e sessuali sul posto di lavoro come in altre istituzioni della società. hanno il coraggio di dirlo quando il parlamento federali ci vuole imporre una riforma del secondo pilastro ingiusta e sessista. Hanno il coraggio di dirlo quando noi donne in media guadagniamo il 18% in meno rispetto agli uomini.
Ecco perché noi siamo qui oggi e lo saremo di nuovo il 14 giugno per dire che al contrario di quello che ci dicono i padroni:
noi, vogliamo lavorare di meno, meglio e guadagnare di più: vogliamo guadagnare di più soprattutto noi donne, persone non binarie e trans. Meritiamo di essere rispettate e protette come il nostro pianeta.
Nella nostra decennale lotta contro le discriminazioni di genere si impone un salto di qualità e un’accelerazione concreta che solo uno sciopero femminista può rappresentare.
E con lo sciopero femminista chiediamo: La riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, Il rafforzamento immediato dell’AVS e un sistema a pilastro unico, Misure sistemiche per combattere le violenze di genere, un Congedo parentale di almeno un anno, l’Abolizione del sistema di assicurazione sanitaria privata e la presa a carico della salute sessuale e riproduttivo, un Piano nazionale di lotta e di risorse contro le discriminazioni razziste, xenofobe, queerfobiche, abiliste e grossofobiche, un concetto di politiche d’asilo più femminista, un Piano nazionale e misure per il clima, l’Inserimento del femminismo intersezionale nella formazione e nell’educazione, il Diritto all’aborto libero e gratuito sancito dalla Costituzione.
Se siamo qui oggi e ci saremo di nuovo qui il 14 giugno è per gridare urgentemente che abbiamo bisogno che finalmente questo paese si dia una svegliata in termini di parità e solidarietà perché siamo stufe di aspettare in sala d’attesa in silenzio e pacate perché “care e dolci donne, al mondo ci sono problemi più gravi”.
Mobilizziamoci oggi e per lo sciopero sui posti di lavoro, simbolicamente, nelle scuole, nelle strutture sanitarie, nei media, in piazza partecipando alla grande Manifestazione serale per mostrare tutta la nostra forza, e unità e gridare assieme: più rispetto, tempo e parità!