Il Ticino è ormai terra di dumping, povertà e arroganza padronale.

Salari del 20% più bassi rispetto al resto del Paese, tasso di povertà relativa al 12%, quasi un abitante su cinque disoccupato o sottoccupato.

Allo stesso tempo, gli indicatori economici sono positivi e le cifre d’affari tornano a livelli pre-pandemici.
Negli ultimi 18 mesi la Confederazione ha investito miliardi a sostegno dell’economia: sostegno necessario e reso possibile dalle enormi risorse economiche del Paese, che devono ora essere condivise anche con noi lavoratori e lavoratrici che questa ricchezza l’abbiamo creata.

Invece, nella realtà, succede il contrario con inaccettabili tentativi da parte del padronato, in diversi settori, di peggiorare le condizioni di lavoro.

Il 30 ottobre tutte e tutti a Bellinzona per rivendicare:

• Aumenti salariali in tutti i settori economici, per una miglior ridistribuzione delle ricchezze e un aumento del potere d’acquisto!
• Più rispetto per il lavoro, gli applausi non bastano. Chiediamo sicurezza del lavoro e sicurezza sul lavoro, e sosteniamo l’iniziativa “Per cure infermieristiche forti” in votazione il 28 novembre prossimo.
• Solidarietà tra noi lavoratrici e lavoratori, NO all’aumento dell’età di pensionamento delle donne.