I tagli previsti di 3,6 miliardi di franchi messi in consultazione dal Consiglio federale sono enormi e sproporzionati. L’Unione sindacale svizzera è molto critica nei confronti di questo programma di austerità. Data la situazione generalmente molto confortevole dei bilanci pubblici in Svizzera, queste misure di risparmio non sono assolutamente necessarie.
Il 29 gennaio 2025, Il Consiglio federale ha aperto la procedura di consultazione su questo tema, confermando quindi di adottare la stragrande maggioranza delle proposte di risparmio avanzate nel rapporto degli esperti da esso incaricati e, soprattutto, l’incomprensibile principio di “consolidamento” previsto quasi esclusivamente in termini di spesa. Tuttavia, per prima cosa devono essere risolti i problemi strutturali in termini di entrate. Inoltre, come è noto, il freno all’indebitamento non viene applicato secondo la Costituzione: invece di portare all’equilibrio della spesa, produce surplus, a spese della popolazione.
Risulta altresì evidente che la Confederazione deve assumersi sempre di più i compiti che i Cantoni non svolgono adeguatamente, come ad esempio i sussidi dei premi della cassa malati. La Confederazione dev’essere in grado di dare ai Cantoni i fondi per realizzare questi compiti. Una scelta tanto più sensata se si considera che i Cantoni registrano grandi eccedenze, privando così costantemente la popolazione dei servizi necessari.
I tagli previsti, pari a circa 3,6 miliardi di franchi, non solo sono sproporzionati, ma danneggeranno in modo permanente la qualità del servizio pubblico svizzero. Inoltre, il personale della Confederazione dovrà sopportare il peso di oltre 300 milioni di franchi di tagli inutili. Questi tagli enormi comprometteranno anche la qualità dei servizi pubblici a lungo termine.
L’USS commenterà in dettaglio i tagli previsti nel corso del processo di consultazione e continuerà a opporsi a questa inutile e dannosa politica di austerità sia a livello federale che cantonale.
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