L’assemblea dell’USS Ticino e Moesa – riunitasi il 20 maggio 2025 alla Casa del Popolo di Bellinzona – si batte in maniera convinta e compatta contro le politiche che la maggioranza borghese del Paese sta portando avanti per indebolire ambiti fondamentali per le cittadine e i cittadini, quali il settore delle cure, del socioeducativo, dei trasporti pubblici e dell’informazione, mettendo sotto forte attacco il settore pubblico nel suo insieme.
Le delegate e i delegati USS Ticino e Moesa affermano perciò con forza:
SÌ all’iniziativa per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità in votazione il prossimo 15 giugno
che porterà a un miglior finanziamento e migliori condizioni di lavoro per il personale, a più diritti per i pazienti e a maggiore trasparenza nel settore delle cure e socioeducativo.
NO all’iniziativa anti-SSR “200 franchi bastano” in votazione nel 2026
che, se dovesse essere accettata, spazzerebbe via la produzione radiotelevisiva nella Svizzera italiana, mantenendo al massimo un ufficio regionale. Tutto ciò che garantisce un servizio pubblico capillare verrebbe trasferito Oltralpe. Sono messi in pericolo migliaia di posti di lavoro nella Svizzera italiana.
NO all’ennesima riorganizzazione di FFS Cargo
che intende tagliare entro il 2030 almeno un quinto del personale: di tutti i settori, sia in quello operativo (macchinisti, manovratori, verificatori, personale attivo nella manutenzione di locomotive e carri merci) sia in quello amministrativo, in tutte le regioni della Svizzera. Questo equivale ad almeno 440 posti di lavoro. Rimane sottinteso che una drastica riduzione di personale porta con sé un peggioramento dell’offerta ai clienti: è infatti prevista la chiusura di ulteriori punti di carico. FFS Cargo sta insomma calando l’ennesimo colpo di mannaia che andrà a colpire il personale, i clienti e il servizio pubblico.
SÌ all’iniziativa “Esplosione premi di cassa malati: ora basta! (Iniziativa per il 10%)”
per la quale voteremo in Ticino il prossimo autunno, che chiede che nessuno debba pagare più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi cassa malati, compiendo un passo importante verso una maggiore equità del sistema sanitario svizzero.
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