Favorit, Qualimed, Multimed, Flexmed, Benefit plus, Winplus, Multimed, Telmed: sono alcune delle bizzarre denominazioni dei numerosissimi modelli di assicurazione malattie proposti dagli assicuratori e in cui molti di noi si imbattono in queste settimane di caccia alla cassa malati e al premio più conveniente (o meglio: meno sconveniente) per il 2025. È una giungla, che si infittisce anno dopo anno: i modelli si moltiplicano, ogni assicurazione propone i suoi, scorgere le differenze è sempre più complicato, anche perché le informazioni fornite non sono sempre esaurienti. Anzi, sono spesso fuorvianti. Basta farsi un giro sui portali degli assicuratori per rendersene conto. E a mandare in confusione il cittadino comune non è solo la quantità e la poca chiarezza delle offerte assicurative, ma anche l’attitudine delle casse malati, che da un lato esercitano pressioni sull’assicurato affinché questo si assuma il massimo del rischio possibile attraverso una franchigia elevata e dall’altro usano un’assicurazione sociale per vendere assicurazioni private.


Succede così che all’utente in cerca di un modello di assicurazione di base obbligatoria venga di regola proposto, come opzione principale, un premio relativamente allettante (per il contesto s’intende) ma anche la franchigia massima di 2.500 franchi. Il che significa indurre l’assicurato a “scommettere” sulla sua salute o comunque ad assumersi il rischio, in caso di una malattia minimamente seria, di dover pagare di tasca propria e in un solo colpo tale importo, di cui spesso non dispone. E questo, si sa, già induce molte persone (1 su 5 nel 2023) a rinunciare a visite mediche e a trattamenti necessari mettendosi così in serio pericolo.


Ancora peggiore è il malcostume degli assicuratori di sfruttare il loro ruolo nella gestione dell’assicurazione sociale obbligatoria (previsto dalla LAMal) per andare a caccia di clienti per le assai lucrative coperture complementari, che sono assicurazioni di carattere privato e che nulla hanno a che fare con la LAMal. Eppure sui siti delle varie casse si viene sistematicamente invitati a “selezionare l’assicurazione complementare”. Una pratica consentita dalla legge, ma che risponde a logiche di mercato in sé estranee ad un’assicurazione sociale.


Il quadro descritto è solo l’anticamera di quello che succederebbe se il 24 novembre dovesse passare la riforma EFAS, con cui si vorrebbe dare ancora più potere agli assicuratori malattie rimettendo così definitivamente in causa il carattere sociale e universale della LAMal (che garantisce a tutti le medesime prestazioni sanitarie), puntando dritto verso un razionamento delle cure per chi ha solo l’assicurazione di base e garantendo profitti ancora maggiori ad assicurazioni, cliniche private e industria farmaceutica.

di Claudio Carrer, tratto da Area