In una lettera aperta al Parlamento, l’Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri ASI chiede di passare ai fatti. «Le nostre richieste e le nostre argomentazioni sono sul tavolo da anni, ora devono finalmente seguire le azioni», afferma con determinazione la presidente dell’ASI Sophie Ley.

La pandemia di Covid 19 ha messo a nudo le debolezze del sistema sanitario svizzero. «I nostri professionisti stanno pagando il prezzo di anni di fallimenti politici», spiega Sophie Ley. «La scandalosa mancanza di dispositivi di protezione è solo un punto tra tanti». La dipendenza della Svizzera dall’estero è pericolosa. «Se i Paesi confinanti avessero richiamato i nostri colleghi pendolari per la propria assistenza sanitaria, la Svizzera si sarebbe avviata verso la catastrofe». Nella sua lettera aperta, l’ASI sottolinea che anche in tempi normali il personale infermieristico lavora al di sopra dei propri limiti e mette a rischio la propria salute.

Da anni l’associazione richiama l’attenzione sul fatto che la Svizzera forma troppo pochi infermieri e che coloro che sono stati formati lasciano la professione frustrati perché il carico di lavoro è troppo elevato e la retribuzione e il riconoscimento sono troppo bassi.

«Chiediamo l’attuazione immediata di tutte le richieste dell’iniziativa sulle cure. Il controprogetto indiretto del Consiglio Nazionale è un primo passo, ma non basta. Occorre anche un numero sufficiente di personale a soddisfare le esigenze dei pazienti e soprattutto di migliori condizioni di lavoro», dice Ley. «Abbiamo presentato le nostre argomentazioni, supportate da numerosi studi, già da tempo. I membri del Parlamento sanno qual è la posta in gioco. Ci aspettiamo che ne traggano finalmente le conseguenze».

Per maggiori informazioni:

www.sbk-asi.ch

www.per-cure-infermieristiche-forti.ch

Fonte: sbk.ch