L’USS sostiene il referendum contro l’abolizione dell’imposta preventiva sulle obbligazioni.

Tutte/i sono tenuti a pagare l’imposta preventiva. Ora però il Parlamento ha deciso di abolirla, ma soltanto per i titolari di obbligazioni, mentre le lavoratrici e i lavoratori, che hanno un semplice conto di risparmio, continueranno a pagarla.

A beneficiarne sono esclusivamente coloro che percepiscono redditi elevati e chi detiene grossi patrimoni, cioè coloro che negli scorsi anni hanno già approfittato di forti sgravi. Questo self-service praticato dai più ricchi deve finire.

Agevolazioni per i grossi patrimoni a scapito dei piccoli risparmiatori? No!

Dall’imposta preventiva sarebbero d’ora in poi liberati soltanto gli utili generati dalle obbligazioni, mentre i conti di risparmio continuerebbero ad essere tassati come finora.

Nuovi tagli ai servizi pubblici? No!

Alla Confederazione e ai Cantoni verrebbero a mancare ogni anno introiti fiscali per diverse centinaia di milioni di franchi. Se i tassi d’interesse dovessero tornare a crescere, i costi raggiungerebbero fino a mezzo miliardo di franchi. Provocando nuovi tagli.

Sovvenzionare la frode fiscale? No!

L’imposta preventiva è un deterrente contro la frode fiscale. Ai contribuenti onesti viene restituita. Abolirla significherebbe incentivare in maniera diretta la frode fiscale!

Defiscalizzare le transazioni finanziarie e le speculazioni? No!

Il progetto parlamentare prevede altresì la soppressione dell’aliquota dell’1.5 per mille sul commercio di obbligazioni. L’abolizione di questa imposta, tutto sommato moderata, va esclusivamente a beneficio del settore finanziario.

FIRMA QUI IL REFERENDUM