Nell’ambito della campagna nazionale contro l’ingannevole iniziativa denominata “Per la limitazione”, l’USS-Ticino e Moesa distribuirà nei prossimi giorni nei principali centri e in diverse località del Cantone una pubblicazione per denunciare le reali intenzioni dell’UDC. L’iniziativa sulla quale voteremo il 27 settembre sabota le misure di accompagnamento, peggiora le condizioni di lavoro in Svizzera, mette in pericolo i posti di lavoro. Qui di seguito una sintesi.

Un mercato del lavoro dove il padronato sia libero d’imporre salari e condizioni ai dipendenti senza vincoli alcuni. Da decenni l’Unione democratica di centro (Udc) persegue l’obiettivo, fin da quando Christoph Blocher ne prese le redini, trasformandolo da partito di riferimento del mondo agricolo a quello dei miliardari e degli apostoli del meno stato. L’iniziativa promossa dall’Udc sull’abolizione della libera circolazione in votazione il prossimo 27 settembre intitolata “Per un’immigrazione moderata” costituisce una tappa cruciale verso l’ambita “liberalizzazione totale” del mercato del lavoro. Un obiettivo apertamente dichiarato dallo stato maggiore dell’Udc quando nel gennaio 2018 lanciò pubblicamente l’iniziativa popolare. Magdalena Martullo-Blocher lo esplicitò senza giri di parole. «Le misure di accompagnamento sono una catastrofe» spiegò la figlia di Christoph alla Tribune de Genève. Per illustrare i «catastrofici effetti», la consigliera nazionale indicò alla stampa la crescita numerica dei contratti collettivi di lavoro in Svizzera dall’avvento dei bilaterali, passati dai 34 ccl del 2001 agli 80 del 2017.

Per i vertici dell’Udc, i contratti collettivi rappresentano un incubo da cancellare o, perlomeno, ridurre fortemente, poiché «limitano pesantemente la libertà d’impresa». Secondo Magdalena Martullo Blocher (il cui patrimonio familiare è stimato dalla rivista Bilan oltre 10 miliardi di franchi), sarebbero state le misure di accompagnamento a favorire la crescita dei ccl di cui beneficiano il 25% dei salariati. Un quarto dei lavoratori tutelati è giudicato eccessivo per l’Udc. Abrogare la libera circolazione per cancellare le misure di accompagnamento, così da poter ridurre fortemente le tutele dei lavoratori, è la logica lineare dei vertici Udc.

Per salvare il mondo del lavoro cantonale, ripetono con insistenza i sindacati ticinesi, le tutele e i diritti dei salariati andrebbero ulteriormente rafforzate. Non di certo cancellate. Dal canto loro invece, gli eletti Udc alle camere federali si sono sempre opposti a qualsiasi miglioramento delle misure di accompagnamento. No alla fine degli abusi nei subappalti e dumping salariale negli acquisti pubblici, no alle sanzioni per mancato rispetto dei salari minimi, no a combattere efficacemente gli abusi, no a un piano coordinato di protezione di tutti i lavoratori dal dumping salariale, no ai salari minimi validi anche per distaccati, sono alcuni esempi della lunga lista di atti parlamentari puntualmente bocciati dall’Udc alle camere federali.

L’UDC attacca i diritti di lavoratrici e lavoratori e i controlli sul mercato del lavoro. Ma chiede anche che i datori di lavoro possano continuare ad attingere a tutti i lavoratori stranieri che desiderano. La conseguenza non sarà quindi una diminuzione dell’immigrazione, ma un aumento del dumping e della pressione sui salari.

Non basterà un NO all’iniziativa perché la situazione del mercato del lavoro in Ticino migliori, ma un SI non farebbe che peggiorarla. Quindi votiamo NO il 27 settembre per dire STOP all’attacco dell’Udc ai nostri diritti. Rafforziamo i sindacati per maggiori protezioni e migliori condizioni di lavoro. Serve più tutela dei salari. Non meno come vuole l’iniziativa dell’Udc.