Le misure proposte ieri dal Consiglio Federale sono chiaramente insufficienti. I numeri sono inconfutabili: in Svizzera ogni 15 minuti muore una persona di COVID-19. Questo è semplicemente inaccettabile, come inaccettabile è anche limitarsi a proporre il prolungamento di misure che già hanno dimostrato di non essere sufficienti per proteggere la popolazione. Nel contesto della consultazione lanciata ieri dal Consiglio Federale, Unia Ticino e Moesa chiede quindi alle autorità cantonali di agire ora con decisione e fermezza. 

Aiuti economici alle fasce più deboli e chiusura di tutte le attività economiche non essenziali 

In primo luogo, si richiede ancora una volta la chiusura di tutte le attività economiche non essenziali, unica misura realmente efficace perché limiterebbe in modo decisivo la circolazione delle persone e quindi del virus. Allo stesso tempo, richiediamo con forza maggiori aiuti economici, che siano chiaramente definiti e rapidamente disponibili. Si aumentino in primis le soglie di reddito al di sotto del quale l’Indennità di Lavoro Ridotto è pagata al 100%, come da sempre rivendicato dal sindacato, e si risponda alle legittime domande di sostegno da parte di quei settori economici impediti di svolgere la loro attività. 

Il Ticino di nuovo in situazione di urgenza assoluta 

Il Ticino è nuovamente il cantone più toccato dalla pandemia, con numeri decisamente più alti del resto del paese. I sanitari hanno ripetutamente sottolineato quanto la pressione sul sistema sanitario abbia oramai superato il livello di guardia: siamo ad un passo dal crollo! Le misure proposte qui sopra devono quindi essere applicate immediatamente in tutto il Cantone e nel Moesano, sul modello di quanto fatto in Ticino nel marzo scorso riguardo alle chiusure delle attività economiche non essenziali. Il Cantone deve inoltre partecipare allo sforzo economico in sostegno del mondo del lavoro, come fatto ad esempio da altri cantoni che hanno aumentato le Indennità di Lavoro Ridotto e stanziato fondi straordinari. Queste misure devono essere immediatamente applicate, onde evitare che le riaperture a regime, previste in questi giorni da diversi settori economici, non peggiorino ulteriormente la situazione. 

“Per salvare l’economia, è necessario controllare la pandemia” 

Questo scrivevano, già nel novembre scorso, diverse decine di economisti dei principali atenei del paese. Riproponiamo in conclusione di questa nostra presa di posizione, un passaggio chiave di quel documento passato largamente inosservato ma che dovrebbe invece guidare le scelte delle nostre autorità: “Per quanto doloroso ciò risulterà, la Svizzera deve introdurre un secondo “lockdown” (la cui estensione e i dettagli saranno da definire in stretto coordinamento con gli esperti della comunità medica) con un robusto supporto sotto il profilo fiscale. Da un punto di vista strettamente economico, il costo complessivo di un secondo “lockdown” gestito efficacemente sarà inferiore al costo risultante dalle misure attuali, e molto meno stringenti, che non sono riuscite di fatto a contenere la diffusione del virus. Proseguire con le misure attuali condurrà a risultati economici disastrosi, e ad un tasso di mortalità molto più elevato.”

Basta tergiversare, si agisca subito per evitare il peggio!

Unia Ticino e Moesa