Si è svolta lo scorso 14 ottobre a Bellinzona l’Assemblea delle delegate e dei delegati dell’Unione sindacale svizzera, sezione Ticino e Moesa (USS-TI). Dopo il benvenuto ai delegati da parte del Presidente Renato Minoli, l’economista Spartaco Greppi ha tenuto una conferenza sulla situazione del mercato del lavoro ticinese. Evidenziando le fragilità che spesso si nascondono dietro ai dati e sottolineando le trasformazioni in atto che sfociano nella precarizzazione del lavoro. Tematiche che sono al centro di una ricerca condotta in collaborazione tra USS-TI e SUPSI di imminente pubblicazione. I lavori assembleari sono proseguiti con l’adozione delle risoluzioni riguardanti le votazioni federali del 28 novembre, l’opposizione alla riforma AVS21 e la manifestazione prevista a Bellinzona il 30 ottobre.
Per quanto riguarda l’iniziativa “Per cure infermieristiche forti”, lanciata dall’Associazione svizzera Infermieri (ASI), l’Assemblea si è espressa per un chiaro sostegno. L’iniziativa fornisce risposte concrete a un problema enorme del sistema sanitario elvetico: la carenza di personale e l’abbandono precoce della professione. Attualmente a livello svizzero oltre 11.500 posti di lavoro sono vacanti nel ramo delle cure e si calcola un fabbisogno di altre 70.000 nuove leve entro il 2029. Quattro infermieri su dieci abbandonano prematuramente la professione e un terzo di loro prima dei 35 anni. A causa essenzialmente di condizioni di lavoro e salariali insoddisfacenti. A cui si aggiunge la difficile conciliazione tra turni di lavoro e vita familiare. Fra il personale sono frequenti le situazioni di burnout. È ora di intervenire con decisione. Con le misure previste dall’iniziativa (migliori condizioni retributive e di lavoro e un adeguato finanziamento delle prestazioni infermieristiche che assicuri personale sufficiente in tutti i reparti) si potranno garantire un numero sufficiente di curanti per fronteggiare i bisogni (invecchiamento della popolazione). Buone condizioni di lavoro hanno come conseguenza diretta maggiore qualità nelle cure erogate.
I delegati hanno anche espresso il sostegno alla modifica della legge sul Covid 19, in quanto l’evoluzione della pandemia rimane imprevedibile e il Consiglio federale deve poter prendere le necessarie misure a tutela della salute, della vita sociale, culturale ed economica del Paese, ma anche per evitare una nuova crisi nel settore delle cure ospedaliere. Se la modifica della legge Covid 19 fosse bocciata dal Popolo cadrebbero ad esempio le indennità giornaliere supplementari per le persone disoccupate, l’estensione dell’indennità per lavoro ridotto e l’indennizzo per gli organizzatori di manifestazioni. Aiuti sociali necessari che invece la destra economica e NO-Vax vorrebbe abolire invitando a votare no alla Legge Covid 19.
L’Assemblea ha ricordato la grande manifestazione tenutasi a Berna il 18 settembre per ribadire l’opposizione alla controriforma dell’AVS che prevede l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne a 65 anni. Un progetto di lungo periodo che vuole aumentare l’età di pensionamento per tutti, partendo dalle donne. Nel settore privato in Svizzera le donne guadagnano in media 1’532 franchi in meno rispetto agli uomini, ogni singolo mese. Un furto che proiettato sulla durata dell’anno, per l’intera popolazione femminile che vive e lavora in Svizzera, si traduce in miliardi di franchi. I delegati e le delegate sosterranno in modo deciso il referendum contro questa svendita dei diritti di tutti.
Il 30 ottobre manifestazione a Bellinzona
Il Ticino è ormai terra di dumping, povertà e arroganza padronale. Salari più bassi del 20% rispetto al resto della Svizzera; tasso di povertà relativa al 12%; quasi un abitante su cinque disoccupato o sottoccupato. Ma paradossalmente, gli indicatori economici sono positivi e le cifre d’affari tornano a livelli pre-pandemici. Negli ultimi 18 mesi, durante la pandemia, la Confederazione ha investito decine di miliardi per sostenere l’economia. Sostegno necessario e reso possibile dalle enormi risorse economiche del Paese. Risorse che devono essere condivise con tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, veri artefici di questa ricchezza, e che giustamente rivendicano: “Ora tocca a noi!”
Invece, nella realtà, succede il contrario. Per questo l’USS Ticino e Moesa denuncia gli inaccettabili e incomprensibili tentativi da parte del padronato, in diversi settori, di voler peggiorare le condizioni di lavoro; denuncia i vuoti contrattuali, il mancato rispetto dei salari minimi contrattuali e purtroppo anche legali. A questa deriva l’USS Ticino e Moesa non ci sta. Pertanto, a tutti è stato dato appuntamento il 30 ottobre a Bellinzona (ritrovo alle 13.00 in Piazzale Stazione, alle 13.30 partenza della manifestazione in direzione viale Portone e Piazza Governo) per la manifestazione cantonale in favore di aumenti in tutti i settori economici. Salario, rispetto, solidarietà!