Di Comitato SOS sanità socialità scuola

Venerdì 3 settembre si è svolta la conferenza stampa per presentare la posizione del Comitato SOS sanità socialità scuola (formato da associazioni del settore) sul tema del referendum obbligatorio, che sarà in votazione cantonale il 26 settembre.

Il Comitato SOS sanità, socialità e scuola ha sempre difeso le condizioni quadro del settore dalle minacce di tipo finanziario.

L’ultima battaglia fu la raccolta di ben 12’500 firme contro la legge che tagliava i sussidi alla sanità, socialità e scuola: il Comitato vinse nella votazione popolare del 12 marzo 2006, che respinse i tagli.

Negli ultimi anni il Comitato ha sostenuto varie azioni volte a migliorare le condizioni di lavoro e la qualità nel settore delle cure e della scuola.

2 x NO al referendum finanziario obbligatorio

Il 26 settembre 2021 ci attende un’altra votazione sulla quale dobbiamo dire la nostra per impedire che si blocchino i tanto attesi miglioramenti nel settore sociosanitario e nella formazione.

L’iniziativa “Basta tasse e basta spese; che i cittadini possano votare su certe spese cantonali” è molto pericolosa, perché sottoporrà al voto obbligatorio popolare ogni aumento di spesa e ogni investimento che superi un determinato limite, ostacolando il processo di approvazione degli investimenti necessari allo sviluppo cantonale e l’approvazione di aumenti di spesa nel campo sociale, sanitario e formativo.

Naturalmente l’iniziativa per l’introduzione del referendum finanziario obbligatorio nella Costituzione ticinese è molto strabica: non prevede il referendum obbligatorio in caso di sgravi fiscali, che diminuiscono risorse del Cantone per gestire i servizi sanitari, sociali e formativi importanti per la popolazione.

Effetti pesanti sul settore sociosanitario e della formazione

Questa iniziativa ha il chiaro scopo di frenare il già difficile processo decisionale per il varo di investimenti e per il finanziamento dei miglioramenti dell’intervento sociale, sanitario e formativo del Cantone.

Si pensi al fatto che assicurare un limitato miglioramento nelle condizioni di lavoro presso l’Ente ospedaliero cantonale, le case anziani e in altri settori sociosanitari implica una crescita della massa salariale di almeno due decine di milioni di franchi annui per 4 anni (e più).

Per farle entrare in vigore bisognerebbe passare sempre voto del popolo, come pure ogni volta si dovrebbe passare davanti al popolo se si facessero interventi minimamente consistenti a favore della qualità della scuola o del miglioramento del tenore di vita delle persone in difficoltà finanziarie.

Votare due volte NO

Per respingere questo meccanismo perverso occorrerà votare 2 x NO il prossimo 26 settembre:

No al testo costituzionale elaborato conforme all’iniziativa, che prevede come limite una spesa unica (investimento) superiore a 20 milioni di franchi o una spesa annua superiore a 5 milioni di franchi per almeno quattro anni.

No al controprogetto costituzionale elaborato dalla maggioranza del Parlamento, che prevede come limite spesa unica superiore a 30 milioni di franchi o una spesa annua superiore a 6 milioni di franchi per almeno quattro anni (il voto deve essere chiesto da 1/3 dei deputati presenti, al minimo 25 deputati).