Le donne ricevono salari e rendite più bassi, svolgono più lavoro non retribuito e devono ancora fare i conti con le discriminazioni. La lotta per ottenere una reale parità di trattamento è uno dei compiti principali dei sindacati. Per questa ragione lo sciopero delle donne organizzato dall’USS il 14 giugno 2023 è incentrato sul mondo del lavoro. Infatti le disuguaglianze più evidenti si registrano sul posto di lavoro. Gli obiettivi sono chiari: valorizzazione dei settori a maggioranza femminile, nuovi contratti collettivi di lavoro e lotta alle molestie e alla discriminazione. Solamente una migliore organizzazione collettiva sul posto di lavoro permette di progredire concretamente verso la parità di trattamento.

Quattro anni dopo il grande sciopero del 2019 non è stato registrato praticamente alcun miglioramento delle condizioni finanziarie e sociali delle donne. Al contrario: l’età di pensionamento è stata innalzata e il divario di reddito tra donne e uomini non accenna a ridursi. Questa differenza nelle retribuzioni costituisce un grave problema. Vania Alleva, vicepresidente USS sottolinea: «Per quanto riguarda la parità di trattamento anziché progredire siamo addirittura tornati indietro: a livello di salari, rendite e anche nella suddivisione delle attività di cura. Mediamente il reddito delle donne è ancora inferiore a quello degli uomini del 43,2 per cento. Così non va!» Il reddito delle donne è particolarmente basso nel settore della vendita o in altri lavori del settore servizi, per esempio nella ristorazione, in cui il salario mensile delle donne è inferiore a 3100 franchi (valore mediano). I loro clienti invece guadagnano più del doppio.

Una delle cause principali di questi redditi così bassi è la pessima retribuzione delle professioni con un’elevata presenza femminile. Questo divario tra i redditi degli uomini e delle donne genera una grave lacuna previdenziale tra le donne pari al 34,6 per cento. Secondo Natascha Wey, segretaria generale VPOD e vicepresidente USS, le conseguenze sono evidenti: «Le condizioni di lavoro migliorano se i sindacati sono forti e lavorano per la mobilitazione collettiva. Serve una maggiore tutela attraverso i CCL nei settori tipicamente femminili e massicci aumenti salariali». Per questo i sindacati si sono posti l’obiettivo di acquisire nuovi soci nei settori con un’elevata presenza femminile al fine di promuovere più rapidamente la parità di trattamento.

Sono richieste protezione sul posto di lavoro, valorizzazione delle professioni femminili e una maggiore conciliabilità tra lavoro e vita privata

In occasione del lancio della campagna per il 14 giugno, in data odierna sette lavoratrici da tutta la Svizzera hanno dato il via alla mobilitazione. Pamela Silva Barrientos, assistente di farmacia ribadisce: «Dobbiamo svolgere moltissimi compiti che richiedono grande concentrazione e allo stesso tempo seguire continui corsi di perfezionamento. Eppure non riusciamo a tirare avanti!». I settori a maggioranza femminile devono essere valorizzati: «Nel commercio al dettaglio i salari sono bassi, ma il lavoro è fisicamente pesante, sempre a contatto con i clienti ed è richiesta una grande flessibilità. Come si può parlare di stima e apprezzamento verso le lavoratrici? Come si può conciliare lavoro e vita privata?», si chiede Kerstin Maurhofer-Späh, venditrice. Per Loreen Erras, infermiera, le condizioni di lavoro nel suo settore devono cambiare rapidamente: «La carenza di personale non deve essere aggravata da condizioni di lavoro ancora peggiori. Questa spirale discendente deve essere fermata attraverso condizioni di lavoro adeguate!».

Muriel Noble, musicista d’orchestra spiega come carriere precarie rendano il mondo della cultura particolarmente vulnerabile agli abusi e alle molestie nei confronti delle donne: «Per una donna che non ha ancora un impiego fisso è molto più difficile difendersi quando è vittima di molestie sessuali. Ci serve pertanto un CCL che valga per tutti e tutte e protegga sia uomini che donne. E a breve termine in tutti gli istituti culturali verrà affisso un codice di comportamento dettagliato». Sarah-Julia Mois, impiegata nel settore della consulenza alla clientela e del controllo dei biglietti nel trasporto pubblico chiede: «La protezione dalle molestie sul posto di lavoro, sia da parte di colleghi che di clienti, rientra fra gli obblighi fondamentali del datore di lavoro e deve finalmente essere attuata in modo serio».

Comunicato USS CH